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Nascondere le cicatrici con la tricopigmentazione
Spesso mi capita di leggere commenti di persone che prendono sotto gamba il problema delle cicatrici da trapianto di capelli pensando di poterle nascondere completamente con un trattamento di tricopigmentazione, ma è davvero così semplice mascherare le cicatrici? Il trapianto di capelli rappresenta la soluzione definitiva alla calvizie in caso fosse ben strutturato e ci fossero le giuste componenti fisiologiche del paziente, permette di donare maggiore densità alle aree glabre e diradate, offrendo un aspetto più giovanile alla persona affetta da caduta di capelli.
Tuttavia, per eseguire il trapianto, si estraggono le unità follicolari presenti nella zona folta dello scalpo per poi reinserirle dove necessario. Tale processo porta alla formazione di esiti cicatriziali che possono essere più o meno visibili.
La Tricopigmentazione rappresenta una soluzione non chirurgica e non invasiva per camuffare otticamente le cicatrici post trapianto.
Introduzione al trapianto di capelli
Il trapianto di capelli può essere eseguito in presenza di alopecia androgenetica. Si tratta di una caduta di capelli molto diffusa, conosciuta con il nome di calvizie comune, causata dalla suscettibilità dei follicoli piliferi a ormoni di tipo androgenetico.
L’enzima 5-alfa reduttasi di tipo 2 è responsabile della sintesi del testosterone in diidrotestosterone (DHT), ormone che attacca i follicoli portandoli a una condizione di quiescenza che risulta poi nella caduta del capello.
I capelli presenti nella zona occipitale e parietale dello scalpo non sono soggetti all’azione del DHT e, di conseguenza, non cadono. Sono proprio quei follicoli a rappresentare la risorsa di cui si serve il chirurgo per il trapianto. L’area del prelievo è definita “area donatrice”.
Naturalmente ogni caso deve essere attentamente analizzato dagli esperti per comprendere se il paziente sia un buon candidato per il trapianto, tenendo conto di vari fattori tra cui età, densità della zona donatrice, densità dell’area ricevente, cioè la zona dove saranno innestati i follicoli, caratteristiche e condizioni della pelle, ecc.
Quali cicatrici causa il trapianto di capelli?
Il trapianto di capelli consiste nella rimozione di unità follicolari (gruppi di capelli con un numero di unità che varia da 1 a 5) dall’area donatrice, nella loro pulizia e nell’innesto delle stesse in siti precedentemente realizzati in area ricevente.
Attualmente esistono due principali tipologie di trapianto di capelli offerte dalle cliniche specializzate. A differenziare le due tecniche sono i metodi di estrazione.
- Trapianto di capelli con tecnica Strip: consiste nella rimozione di una losanga di pelle dall’area donatrice, da cui saranno poi estratte le singole unità follicolari. Questa tipologia di estrazione risulta nella formazione di una cicatrice di forma allungata che può estendersi da un orecchio all’altro. A seconda dell’abilità del chirurgo e dalle caratteristiche della pelle del paziente, la cicatrice sarà più o meno spessa e visibile. Per approfondimenti v’invito a leggere un articolo sulla FUT (Strip) scritto dal dott. Massimo Gabellini: Qui maggiori informazioni sul trapianto Strip.
- Trapianto di capelli con tecnica FUE: è l’ultima evoluzione nel campo della hair restoration. Prevede l’estrazione delle singole unità follicolari direttamente dallo scalpo tramite l’ausilio di uno strumento specifico definito punch. Tale processo porta alla formazione di piccolissime cicatrici di forma circolare nell’area donatrice. Per approfondimenti v’invito a leggere un articolo sulla FUE scritto dal dott. Massimo Gabellini: Qui maggiori informazioni sul trapianto FUE.
Camouflage delle cicatrici con la tricopigmentazione
Spesso le cicatrici da trapianto sono visibili a occhio nudo, soprattutto se il trapianto è mal eseguito e il paziente è costretto a rasare i capelli. Naturalmente questa condizione può causare un grave disagio estetico e psicologico all’individuo, che vede diminuire la propria autostima. In molti casi anche la sua vita sociale, familiare e lavorativa ne risente.
La Tricopigmentazione rappresenta la soluzione. Si tratta di una disciplina estetica che prevede l’inserimento di un pigmento specifico nel derma tramite l’ausilio di macchinari dotati di aghi, al fine di simulare otticamente l’effetto del capello rasato.
La Tricopigmentazione permette di camuffare sia le cicatrici dovute a trapianto Strip, sia quelle dovute a trapianto FUE. In entrambi i casi il tecnico specializzato procede con l’inserimento di micro-depositi nel derma in modo da ricreare, nell’esito cicatriziale, la stessa densità presente nell’area circostante.
Si tratta di una procedura molto complessa poiché il tessuto è differente rispetto alla cute sana, ed è essenziale rivolgersi a un tecnico d’esperienza, che sia in grado di rispettare tutte le peculiarità della pelle del cuoio capelluto.
Cicatrici che non possono essere trattate
Come abbiamo già detto la Tricopigmentazione rappresenta un valido metodo di camouflage per cicatrici post trauma e post intervento chirurgico allo scalpo.
Tuttavia, non tutte le cicatrici possono essere trattate. Perché un esito cicatriziale sia camuffabile, è innanzitutto necessario che sia perlaceo, cioè non irrorato di sangue. Di conseguenza, cicatrici cheloidee sono da escludere.
In secondo luogo, è essenziale che il tessuto cicatriziale non sia eccessivamente ampio. Cicatrici in diastasi, cioè slabbrate, non offrirebbero un risultato soddisfacente poiché risulterebbero ancora molto visibili dopo il trattamento di camouflage. Si suggerisce, in questo caso, di rivolgersi a un chirurgo d’esperienza per una scar revision, a seguito della quale potrà intervenire il tecnico tricopigmentista.
Infine, qualora la cicatrice sia depressa, cioè caratterizzata da una carenza di tessuto fibroso e di sostegno, si consiglia di eseguire un test su una piccola area della stessa. Se, dopo circa una settimana, i puntini eseguiti sono nitidi e ben definiti, il tecnico può proseguire con il camouflage. Al contrario, qualora si osservi che i puntini sono sbiaditi, si consiglia di interrompere il trattamento.
Per osservare le immagini in FULL risoluzione del lavoro in fotografia eseguito da Milena Lardì potete cliccare qui: https://bit.ly/3bEyG3Q