
Dieta e capelli, l’alimentazione equilibrata
La dieta influenza sensibilmente la qualità dei capelli e un’alimentazione squilibrata potrebbe condizionare le fasi anagen, catagen e telogen (le fasi di crescita e caduta dei capelli).
C’è chi sostiene che anche i processi androgenetici (calvizie) potrebbero essere minimamente influenzati dall’alimentazione, ma andiamo con ordine.
La calvizie, anche conosciuta come alopecia androgenetica, è il motivo più diffuso di perdita dei capelli. Causa un cambiamento di immagine difficile da accettare e ha, per questo motivo, forti ripercussioni sulla dimensione psicologica di chi ne è affetto.
Le cause della calvizie sono tutt’ora in parte sconosciute agli studiosi e le ricerche e i trial nell’ambito della cura a questa patologia non si arrestano mai.
Ormai da decenni è dimostrato che esiste un rapporto diretto fra alimentazione e sintesi delle cheratine dure dei peli, e di conseguenza dei capelli, e delle unghie.
Studi indicano, infatti, che una dieta ricca ed equilibrata possa contribuire notevolmente al benessere dei follicoli piliferi e, di conseguenza, alla salute dei capelli. Al contempo, uno stato nutrizionale povero sembra rappresenti una concausa della caduta dei capelli, sebbene non possa essere annoverato tra le principali cause scatenanti.
Una dieta povera di proteine, effetti sui capelli
Alcuni studi sono stati condotti su volontari sani sottoposti a una dieta aproteica, cioè povera di proteine.
Il nostro organismo, nel momento in cui si trova ad affrontare una condizione di squilibrio alimentare, tenta di preservare le funzioni primarie per la propria sopravvivenza, sottraendo le proteine prima di tutto alle funzioni di sintesi di cui può fare a meno.
Già a distanza di 10 giorni dall’inizio della dieta, è stata riscontrata una riduzione sostanziale del diametro del bulbo dei capelli e del pigmento melanico. Il protrarsi della condizione ha poi portato ad atrofia, seguita dalla perdita delle guaine interna ed esterna dei capelli, componenti essenziali della loro struttura che svolgono una funzione di protezione.
Una volta rimossa la guaina di protezione, l’elasticità del capello è molto ridotta, così come la sua resistenza, e sarà sufficiente una trazione modesta sul capello perché il fusto si rompa.
In tutti i casi analizzati, è stato sufficiente reinserire un corretto apporto proteico nella dieta, per recuperare l’iniziale stato di benessere dei follicoli piliferi e dei capelli. Tuttavia ciò è possibile solo se la condizione di squilibrio si sia protratta per un periodo di tempo limitato e che, quindi, non vi sia verificato un danno permanente al follicolo.
Gli esperti affermano che il fabbisogno proteico per un uomo adulto sia di almeno un grammo al giorno per chilogrammi di peso corporeo, nei giovani è anche maggiore. Basti pensare all’aumento della statura media delle popolazioni in ogni angolo del mondo quando la dieta si è arricchita di proteine. Un apporto inferiore, di conseguenza, non è sufficiente per garantire la giusta robustezza e resistenza ai capelli.
È possibile distinguere in carenza proteica acuta e carenza proteica cronica.
Carenza proteica acuta
In una situazione di carenza proteica acuta, la percentuale di capelli in fase anagen scende al 24-30%.
Ricordiamo che ogni capelli vive un ciclo di vita caratterizzato da:
- Fase anagen: fase di crescita del capello. In questo periodo si verificano numerose modificazioni a livello delle cellule. Il follicolo è prolifico e il capello cresce fino a 0,4 mm al giorno. Questa fase ha una durata di 2-7 anni.
- Fase catagen: fase di involuzione del follicolo. L’attività proliferativa del follicolo si arresta e il capello non cresce più. Questo periodo dura all’incirca 2-3 settimane.
- Fase telogen: fase di riposo del ciclo di vita. Il follicolo diviene completamente inattivo. Se non vi sono particolari patologie, il capello cade ed è immediatamente sostituito da un nuovo capello che entra nella fase anagen. Questa fase ha la durata di circa tre mesi.
In una situazione di carenza proteica acuta, la percentuale di capelli in fase anagen scende al 24-30%. Se si osservano i capelli al microscopio si osserva che i capelli sono parzialmente atrofizzati e il bulbo pilifero subisce una riduzione del suo diametro, assumendo la forma strozzata di una clessidra.
Come già indicato, la guaina esterna e interna sono perse e il capello perde in parte la sua tipica colorazione pigmentata.
Carenza proteica cronica
In una situazione di carenza proteica cronica, la condizione di sofferenza è protratta così a lungo e diviene talmente severa da costringere il corpo umano a preservare le funzioni di primaria sopravvivenza. Di conseguenza, l’alterazione delle funzioni del capello risultano ancora più drammatiche.
I capelli in fase di crescita rappresentano una percentuale estremamente ridotta e la colorazione dei capelli è alterata, così come il diametro del bulbo, con una totale assenza delle guaine interna ed esterna.
È sufficiente una minima trazione per causare la rottura degli steli e la caduta del capello.
Altre carenze nutrizionali dannose per i capelli
Studi hanno dimostrato che anche una carenza di altri nutrienti quali vitamine, fibre, carboidrati, ecc., possono indebolire la crescita dei capelli. Di conseguenza, in presenza di calvizie, è opportuno analizzare anche la dieta del paziente.
Anche disturbi intestinali o malassorbimento, l’abuso di lassativi o di farmaci atti a inibire l’assunzione di particolare sostanze alimentari o diete rigide sono da annoverare tra le condizioni che possono minare il benessere del cuoio capelluto e dei follicoli piliferi.
Qual è la dieta migliore per i capelli?
Indichiamo, di seguito, una breve lista di tutti quegli alimenti essenziali perché il nostro organismo possa attivarsi per il perfetto funzionamento del ciclo di vita dei follicoli piliferi:
- Salmone: fonte di ferro, Omega3, vitamina B12 e proteine. In particolare espleta al meglio la propria funzione se è assunto in combinazione con semi di lino.
- Frutta e verdura: ricche di antiossidanti e di vitamine, contribuiscono alla formazione di collagene, proteina che costituisce i capelli. Spinaci, bietole, broccoli, kiwi e agrumi migliorano la formazione di sebo, una sorta di balsamo naturale che nutre i bulbi piliferi.
- Uova: la principale fonte di proteine e vitamine. Contengono anche biotina, elemento fondamentale per favorire il corretto funzionamento del metabolismo tissutale. Se ne consiglia l’assunzione in combinazione con acido folico.
- Legumi: in particolare fagioli ceci e lenticchie, fonte di ferro, contrasta il processo di miniaturizzazione dei fusti dei capelli. Questo processo vede un assottigliamento del follicolo pilifero. I capelli appaiono più sfibrati e deboli, finché cadono. Tale fenomeno si verifica in particolare proprio in caso di anemia (carenza di ferro).
- Carne: essenziale per l’assunzione di proteine, ferro, vitamine del gruppo B e zinco.
- Frutta secca: fornisce il corretto apporto di selenio e zinco, necessari all’organismo per garantire resistenza al fusto dei capelli.
- Latte e latticini: principale fonte di calcio, importante non solo per le ossa ma anche per il benessere dei follicoli piliferi.